Il testo teatrale, il carteggio, saggi critici e testimonianze

di Diego Fabbri, Davide Lajolo

Nonostante il successo di pubblico, per gli studiosi e appassionati pavesisti, Il vizio assurdo di Diego Fabbri e Davide Lajolo, tratto dalla biografia di quest’ultimo, scatenava feroci polemiche, relegando in secondo piano interessanti spunti di giudizio critico, emersi al di là del rovente dibattito, opportunamente riprodotto, nelle sue parti essenziali, nella edizione Rizzoli del testo teatrale, Milano 1974. Lo spettacolo firmava tra l’altro un patto conciliare tra un cattolico e un comunista, come titola un bell’articolo della figlia di Davide Lajolo, Laurana, (La collaborazione “conciliare” tra Diego Fabbri e Davide Lajolo, «Sincronie», VI, n. 12) che qui riproduco. Grazie a lei e a Nanni Fabbri, figlio di Diego, ho potuto raccogliere, in «Sincronie», il carteggio intercorso tra i due autori ricostruendo, a grandi linee, la genesi dell’opera, grazie anche all’ampio materiale messo a disposizione dal Centro studi Diego Fabbri di Forlì, diretto allora da Giovanni Tassani. Rinnovando la gratitudine a Laurana e a Nanni, con cui è andata maturando una solida amicizia, con piacevoli soggiorni a Vinchio, per passeggiate e letture di Pavese, Fenoglio, Lajolo, e a Forlì, per nuove edizioni di spettacoli su Fabbri, aggiungo al testo, al carteggio, ad alcune testimonianze raccolte da Silvia Matta, quattro articoli sul Vizio assurdo teatrale apparsi in varie sedi dopo l’edizione «Sincronie» e l’inedito saggio sul lavoro pavesiano del gruppo napoletano-fiorentino Chille de la Baldanza.