Transizioni politiche e diritti umani in America Latina

Gli ultimi quarant’anni del Novecento latinoamericano sono stati segnati da colpi di stato militari e da conflitti armati di durata e intensità diverse che hanno registrato una terrificante contabilità di detenzioni, torture, morti, sparizioni forzate, massacri. A partire, grossomodo, dagli inizi degli anni ottanta, si assiste all’avvio graduale di  processi di transizione politica e alla formazione di commissioni d’inchiesta, extragiudiziarie, con il compito di accertare le violazioni dei diritti umani commessi, custodirne le prove, individuarne i responsabili, riabilitare le vittime, e rendere conto al pubblico del loro lavoro attraverso la compilazione di una relazione finale. In questo volume l’autrice ricostruisce minuziosamente i meccanismi di costituzione e funzionamento delle cosiddette Commissioni della Verità in sei paesi dell’America latina che sono l’Argentina, il Cile, El Salvador, il Guatemala, il Perù e l’Uruguay. Cerca di capire il senso e i significati attribuiti al concetto di verità. S’interroga su che tipo di verità emerge: storica, morale o, semplicemente, una verità della memorie delle vittime, dei loro vissuti e sofferenze e quindi, nella sostanza, “riparatrice”. Insinua che è, essenzialmente, una verità “negoziata”, “pattuita” in funzione della costruzione di una riconciliazione in società lacerate e in cui le contrapposizioni sono tutte ancora irrisolte. La questione etica e politica di come affrontare le eredità di un passato repressivo si presenta, dunque, nodo preliminare da sciogliere, strettamente collegato alle forme e ai modi da adottare per la costruzione di uno Stato democratico.