Testo luminoso e sanguinante. Luminoso per la bellezza consueta della scrittura dell’autrice, ed insieme sanguinante per il dolore che ha invaso il cuore di una madre.
È stata una lettura attraente per la diligente ricostruzione storica della prima parte, con le avventure di Mehemet sempre seguito dallo sguardo premuroso e accorato di una madre speciale. Bella ed efficace la descrizione di questo progetto di un incontro fraterno tra le religioni monoteiste, così “francescano” e oggi rilanciato con vigore da Papa Francesco.
Le pagine più toccanti sono tuttavia quelle in cui si dà via libera all’appassionato affetto per il figlio perduto e per la bella grande famiglia che include i nonni quali presenze preziose. L’autrice ha saputo ricostruire con impareggiabile maestria e con struggente partecipazione tanti momenti della intimità famigliare, nel paese d’origine e in Friuli. Molti episodi finiscono per essere come quadri dipinti dalla mano di un abile artista: la ricchezza di sentimenti che questi riesce ad esprimere attraverso i colori, l’autrice lo sa fare in modo mirabile con le parole. Un lessico impeccabile, quello dell’autrice, capace di veicolare la forza dirompente delle emozioni che ancora si agitano nel cuore di una madre, dolente sì, ma capace di trarre ancora dai ricordi, resi vividi dalla presenza del suo “Angelo custode”, quella dolcezza che fa guardare avanti e dà la forza di proseguire il cammino della vita.

fr. Prospero Rivi
(OFM Cap - Cento FE)