(1914-1938)

Il XX secolo e il periodo successivo alla Grande Guerra hanno registrato un consistente aumento dei flussi migratori, che sono stati alimentati da conflitti, discriminazioni e dalla ricerca di migliori condizioni di vita. Fra le numerose destinazioni troviamo non solo gli Stati Uniti, ma anche paesi più lontani come Sud America o Australia. Qui si dirigono anche numerose comunità ebraiche provenienti dall’Europa centro-orientale, da paesi che lasciano in seguito alla prima guerra mondiale e all’affermazione di politiche sempre più rigide nei loro confronti. La politica immigratoria australiana e la reazione di fronte all’aumento dei flussi ebraici dall’Europa centro-orientale nel periodo interbellico, tuttavia, mettono in evidenza come la questione ebraica non riguardi soltanto il Vecchio Continente, ma anche gli “antipodi”, dove gli emigranti sperano, forse troppo ingenuamente, di poter dimenticare le problematiche dei loro paesi di origine. Tale volume è il risultato di una ricerca condotta nell’ambito del progetto di ricerca “Dynamics and Policies of Prejudice”, finanziato dalla Sapienza Università di Roma, ed è basato su fonti e documenti degli archivi nazionali australiani.